Raffaella Arpiani
Arte Essenziale
In linea di principio ogni artista impiega tutta la vita per affermare il suo stile e il suo personale modo di vedere il mondo. Poi ci sono artisti più interessati a riflettere sul senso stesso di quelle linee di principio o sul tracciare linee in sé, sul fare arte.Arte Essenziale
È il caso di Stefano Banfi, più di venti anni di attività come grafico e art director alle spalle, che ci propone Linee, le sue raffinatissime reinterpretazioni in chiave moderna di alcune tra le icone più famose della storia dell’arte
L’intento è quello di avvicinarle ancora di più ai giorni nostri, di riproporle e ripensarle, quasi in forma divulgativa, con uno stile elegante, fresco e contemporaneo, che ci permette di attivare il nostro sguardo e di vederle come se fosse la prima volta.
Confrontarsi con opere famose potrebbe sembrare un modo per nascondere la propria identità dietro quella dei grandi, se non fosse che proprio quella grandezza porta l’artista a misurarsi con dei mostri sacri, su cui ogni intervento, se non fosse ben ponderato, rischierebbe di scivolare nella banalizzazione.
Ma non è mai così: la sapienza, il gusto, l’azzardo riescono sempre a calibrare risultati delicati e spiazzanti.
Già nel corso del ‘900 molti artisti hanno scelto di percorrere la strada del citazionismo o del post-modernismo, come lo ha definito Renato Barilli. Ma la citazione di opere d’arte del passato è sempre esistita. Ha sempre rappresentato un punto di partenza, che fosse per studio, per sfida, o per andare oltre.
In fondo ogni artista è sempre un “nano sulle spalle di giganti” quando pensa a coloro che hanno fatto la storia e lo hanno preceduto.
Le opere di Stefano Banfi però ci permettono di fare un salto in avanti e di vedere qualcosa di nuovo, qualcosa di più; catturano la nostra attenzione in un momento rumoroso in cui tutto invece intorno scorre troppo velocemente.
Il linguaggio risente fortemente della professione da pubblicitario, sia per la scelta delle Light box - scatole luminose retroilluminate che ricordano le insegne dei negozi - che per il trattamento delle immagini, che risultano appetibili e si fanno notare tra le altre, come se volessero sedurci e farsi ascoltare, considerare, comprare. Quasi fossero uno spot di loro stesse.
Non è un caso che molti altri artisti celebri siano nati come grafici: su tutti il caso più eclatante è quello di Andy Warhol.
Ma c’è di più. Oggi comunichiamo, leggiamo, studiamo, ci addormentiamo e perfino ci innamoriamo davanti a schermi luminosi: come potrebbe l’arte sottrarsi a una riflessione su questi temi?
La luce delle Light box si presta quindi a incarnare perfettamente il linguaggio dei nostri giorni, proponendosi in modo orizzontale e promozionale, alla portata di tutti.
L’arte, quindi, per Stefano Banfi può e deve essere più democratica, sia perché le icone celebri riescono a raggiungere anche chi normalmente non si interessa della ricerca di un artista, ma si emoziona ugualmente quando riesce a riconoscere un’opera importante - quelle da selfie al museo -, sia per il trattamento pop, che risulta familiare anche a un pubblico più vasto, vergine e ancora da conquistare.
I grandi artisti sono sempre andati a studiare al Louvre le opere dei maestri: Stefano Banfi lo fa partendo dal grande museo universale reperibile in rete. Il Louvre è il mondo in un click. E in molte Linee
ilovelinee@linee.eu